Cereglio, oggi parliamo di Ubaldo Rosa, nato il 17 ottobre 1931, oggi compie 92 anni, “Auguroni” un traguardo impressionante che merita di essere celebrato. In occasione del suo compleanno, ho deciso di andare a trovarlo e scoprire di più sulla storia dei Prà di Cereglio, un luogo che sembra essere intriso di storia e di ricordi legati alla comunità locale.
Ubaldo mi racconta che i Prà furono un progetto inizialmente ideato da Primo Sabbioni, una figura coinvolta attivamente nella politica del Comune. Non ricorda se fosse un Assessore o un consigliere, ma è certo che ha svolto un ruolo chiave in questa storia. Inizialmente, Sabbioni aveva in mente la costruzione di una piscina, ma si scontrò con una sfida di rilevanza: l’approvvigionamento d’acqua.
L’acquedotto per Cereglio proveniva dalla Cereglia. Ubaldo menziona una concessione tra Cereglia e il Comune per l’uso dell’acqua. Nel 1912, fu costruito un acquedotto che forniva acqua alle quattro fontane di Cereglio, ma questa soluzione era destinata a durare solo per un breve periodo.
Così iniziarono i lavori per la realizzazione dei Prà. Ubaldo ricorda che cominciarono con un modesto casotto e l’attività di produzione di crescentine. Con il passare del tempo, grazie all’impegno di volontari e abili maestri muratori, il progetto prese forma. Ogni domenica, questi volontari si riunivano per posare mattoni e costruire una struttura che in seguito avrebbe incluso un bar, bagni e una saletta. Nel corso delle settimane, il portico fu anch’esso aggiunto alla struttura. Da notare che la struttura in legno venne recuperata dalla Stazione di Riola, smontata pezzo per pezzo, e rimontata a Cereglio, un’operazione che comportò un notevole risparmio di materiale.
In seguito, Primo Sabbioni fu affiancato da suo figlio, Franco Sabbioni, che si impegnò nella realizzazione della cucina e della sala da pranzo. L’approccio ai lavori divenne più economico, ma ciò non diminuì l’impegno e la dedizione della comunità verso il progetto.
È degno di nota il contributo fondamentale dei maestri muratori di Cereglio, tra cui Ciro Righi, Mario Peri, Giancarlo Righi, Ubaldo Rosa e la famiglia Ricci. La famiglia Ricci, in particolare, ha rappresentato tre generazioni di muratori, da Battesta ed Pradànva a Giuvanoo, fino ai figli Sergio e Giuseppe, dimostrando una notevole maestria e dedizione nella costruzione dei Prà di Cereglio.
La storia dei Prà di Cereglio è un esempio di come una comunità possa unirsi per realizzare un progetto significativo, condividendo il proprio tempo, talento e risorse. E oggi, in occasione del 92° compleanno di Ubaldo, questa storia continua a essere tramandata, onorando l’impegno di coloro che hanno contribuito alla sua creazione.
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