Nell’ottobre 1997, a Cereglio si dette inizio al restauro dell’oratorio del paese, un edificio carico di storia e significato per i suoi abitanti, aveva bisogno di essere restaurato e riportato al suo antico splendore.
In quei giorni, un gruppo di volontari di Cereglio, tra cui io si unì per affrontare questa sfida. Erano uomini e donne di diversi background, ma con una cosa in comune: l’amore per la loro comunità e il desiderio di preservare la storia del villaggio.
Marco, un insegnante di professione, aveva sempre sognato di vedere l’oratorio tornare a brillare nel suo antico splendore. Era determinato a farlo e convinse gli altri volontari a unirsi a lui. Nell’ottobre 1997, con pale e picconi in mano, si radunarono davanti all’oratorio. Fu in quel momento che Marco prese una piccola pietra, simboleggiando la prima pietra della loro impresa, e la gettò con orgoglio nel terreno.
Quella piccola pietra rappresentava la loro determinazione e l’inizio di un lungo viaggio. Nel corso degli anni, il gruppo di volontari lavorò duramente per restaurare l’oratorio, rimuovendo detriti, restaurando affreschi e rinnovando gli arredi. La comunità si unì a loro, donando fondi e materiali, e con il tempo, l’oratorio tornò a splendere come non aveva fatto in decenni.
La storia di Marco e dei volontari di Cereglio è diventata un esempio di quanto possa essere potente l’unione di una comunità quando si tratta di preservare il proprio patrimonio e le proprie radici. Oggi, l’oratorio è un luogo di orgoglio per Cereglio, e ogni volta che qualcuno entra attraverso le sue porte restaurate, può ammirare la pietra simbolica che Marco ha gettato nel terreno nel lontano ottobre 1997, la pietra che ha gettato le fondamenta per il loro successo.
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