Martina Serra Cereglio

Questa è la storia di come è nato il negozio alimentare a Cereglio, e vorrei esprimere la mia gratitudine a Martina Serra per aver condiviso con noi un pezzo di storia ceregliese. Siamo negli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale, intorno all’anno 1947, in un pittoresco paese chiamato Cereglio.

Tutto ebbe inizio poco dopo la fine della guerra, con il giovane Orfeo Zappoli, che all’epoca possedeva una licenza per una trattoria a Cà di Làma a Suzzano. In quel periodo, un gruppo di personaggi ceregliesi, tra cui Orfeo Zappoli, il padre di mio padre, Ettore, Primo Sabbioni e altre persone di Cereglio, fondarono nel 1948 una cooperativa chiamata CRAI, acronimo che sta per Cooperativa di Rifornimento Alimentare Italiana. La licenza comprendeva alimentari, trattoria e tabacchi.

Nel corso degli anni, la licenza è stata ceduta e sono sorte più di 3 attività. Martina spiega che tra queste c’era anche quella di mio padre, che ha acquisito il negozio di alimentari nel 1971 e che ho rilevato nel 2017. Ho scelto di continuare l’attività dei miei genitori perché erano entrambi prossimi alla pensione. Questa decisione è stata motivata anche dopo 25 anni di lavoro in ufficio, durante i quali dedicavo gran parte della mia giornata a qualcosa che non era veramente mio e che non portava a nulla. Ora posso gestire il mio tempo in modo diverso.

Martina sembra sottolineare che nonostante il ridotto numero di abitanti a Cereglio, la presenza di attività nella zona è di fondamentale importanza per la comunità locale. Queste attività rappresentano un punto di riferimento essenziale per soddisfare le necessità dei residenti.

Questo concetto è valido anche per altre realtà simili situate nell’Appennino Bolognese. In altre parole, se non ci sono servizi e attività disponibili in queste aree di montagna, diventa difficile attrarre persone a stabilirsi lì, poiché mancano i servizi essenziali per una vita quotidiana soddisfacente.

Martina racconta con emozione che il negozio era come una “casa” per lei quando era giovane. Insieme alle sue sorelle, era abituata a trascorrere del tempo nel negozio, perché la costante presenza dei loro genitori li faceva sentire come se fossero a casa. Quindi, per loro, stare lì significava trascorrere del tempo con i loro genitori e avere l’opportunità di farlo 24 ore al giorno, assumendo anche il ruolo di genitori per i ragazzi di Cereglio. Ho fatto lo stesso ragionamento per i miei figli quando ho preso in gestione il negozio quando erano ancora piccoli, concedendo loro le stesse opportunità che ho avuto dai miei genitori, cioè trascorrere tutto il tempo insieme a me.

La perdita del padre nel 2022 è stata devastante per tutta la famiglia e per i Ceregliesi e per chi lo conosceva. Martina ci racconta che nostro padre è stato una figura importante per Cereglio, non solo come negoziante ma anche come uomo.

Ettore aveva un forte legame con la comunità e si preoccupava profondamente delle esigenze delle persone che si rivolgevano a lui per qualsiasi problema. Quando un commerciante o un professionista come Ettore dimostra attenzione verso i clienti e si sforza di comprendere e risolvere le loro esigenze, di solito guadagna la stima e la fiducia delle persone nella comunità. Questo può portare a una clientela fedele e alla raccomandazione del suo negozio o servizio ad amici e parenti.

Martina esprime la speranza che ci sia una maggiore sensibilità verso l’importanza di giovani talentuosi e desiderosi di lavorare nel nostro territorio. Ritiene che ce ne siano molti e sottolinea l’importanza di offrire loro opportunità per contribuire allo sviluppo locale. Martina crede che i giovani debbano trovare stimoli e opportunità nella comunità in cui sono cresciuti, preservando quel tessuto sociale che hanno conosciuto fin da giovani.

Questo legame con la propria terra è una risorsa preziosa, pronta a essere valorizzata, e la speranza è che si possa dare loro la possibilità di realizzare i propri progetti, contribuendo così al bene della comunità e impedendo che le risorse locali vadano sprecate. In questo modo, la gente e il territorio possono prosperare insieme.

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