Alla Festa della Patata di Tolè – Un incontro con Matteo Fontana, portavoce dei Gobbi Maledetti
Nella splendida cornice collinare di Tolè, il 22 settembre si è tenuta la 61esima edizione della Festa della Patata, una celebrazione delle tradizioni locali e del gusto tipico dell’appennino bolognese. Tra bancarelle, profumi di piatti tradizionali e un vivace clima festoso, ho avuto modo di soffermarmi a parlare con Matteo Fontana, nato a Bologna il 5 luglio 1981, appassionato di modellismo e portavoce dell’Associazione Modellistica *Gobbi Maledetti*.
Matteo mi ha raccontato con grande entusiasmo della sua passione per il modellismo, un interesse che ha profonde radici nella storia, in particolare quella della Seconda Guerra Mondiale. Il nome dell’associazione, *Gobbi Maledetti*, si riferisce al celebre bombardiere italiano SM79, soprannominato appunto “Il Gobbo”, che fece parte della squadriglia di Bologna, caratterizzata dal simbolo delle Due Torri con bombe che cadevano dall’alto. Questo riferimento storico è diventato il cuore pulsante del gruppo, che si dedica a trasmettere l’eredità storica attraverso la costruzione di modelli dettagliati e fedeli ai prototipi originali.
Fontana ha precisato: “Non mi reputo un modellista, ma un appassionato di storia. Il mio interesse è nato proprio dallo studio di questi mezzi e dalla loro evoluzione nel tempo. Costruisco prototipi da zero, cercando di riprodurre fedelmente modelli sperimentali o poco conosciuti”. Nel corso della chiacchierata, mi ha mostrato alcuni dei suoi lavori, tra cui un modello di un velivolo sperimentale tedesco degli anni ’40, progettato dal dottor Schriever e dal colonnello Miethe. Questo progetto rappresenta un’ulteriore testimonianza dell’interesse per la tecnologia bellica dell’epoca, ma Fontana ha tenuto a specificare: “Non vedo i mezzi militari come armi da guerra, ma come evoluzioni tecnologiche che raccontano il progresso umano”.
Nel club dei *Gobbi Maledetti*, di cui Fontana è un orgoglioso rappresentante, ci sono appassionati che costruiscono diorami, mezzi navali e militari, e persino soldatini. L’associazione ha un obiettivo chiaro: trasmettere il modellismo alle nuove generazioni. “Vorremmo che i bambini, invece di passare ore davanti ai computer, sviluppassero la mente e la creatività attraverso il modellismo”, spiega Fontana. Nel XXI secolo, in cui la tecnologia occupa gran parte del tempo libero, lui e il suo gruppo vogliono offrire una via alternativa per sviluppare l’intelletto e la manualità.
Il suo sogno, ci confessa, è quello di trasformare la passione in un lavoro. “In Gran Bretagna o in Austria, il modellismo è riconosciuto come una professione, non tanto per guadagnare, quanto per trasmettere la fantasia e la passione, che rischiano di scomparire”. L’Italia, purtroppo, non offre ancora le stesse opportunità, ma Fontana non si arrende. Con orgoglio, invita chiunque sia interessato a visitare il sito del suo gruppo, *Gobbi Maledetti*, per scoprire le loro creazioni e progetti. Per chi desiderasse saperne di più, è disponibile anche il suo blog personale dedicato alla Luftwaffe del 1946, dove racconta e documenta i suoi studi e le sue riproduzioni.
L’incontro con Matteo Fontana mi ha lasciato con un profondo senso di ammirazione per il suo impegno e la sua dedizione. In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia digitale, il modellismo resta un’isola felice dove passione, manualità e storia si incontrano, costruendo un ponte tra passato e presente.
Per chi volesse conoscere di più sul modellismo e sui *Gobbi Maledetti*, ecco il link del loro sito: [Modellismo 1946](https://modellismo1946.wordpress.com/).